giovedì 17 luglio 2014

Zagor Collezione Storica a Colori: L'avamposto abbandonato (ZCSC127)





            Il centoventisettesimo numero in edicola oggi contiene la conclusione dell'avventura di Zagor con i Malecite", nonché la prima parte della storia "Uno straniero a Pleasant Point". 

 

IL SERGENTE DI FERRO


           Approfittando dell’aiuto di un losco mercante d’armi, i Malecite vogliono mettere in subbuglio la regione. Ma la loro marcia è sbarrata da un avamposto con una strana guarnigione composta da detenuti che hanno sostituito il carcere con la ferma militare. Zagor e Cico, che si trovano nel forte, devono lottare sia contro i Malecite sia contro i soldati, che disertano in massa!
Soltanto pochi valorosi rimangono a proteggere il fortino dai Malecite. Ma il pericolo a volte spinge gli uomini a dare il meglio di sé: il duro sergente Stone e criminali come Torkel e O’Flaherty lotteranno fino alla morte al fianco di Zagor e Cico, per proteggere l’avamposto!

Ultima storia zagoriana sceneggiata da Marcello Toninelli, probabilmente ispirata al film con Gregory Peck “L’avamposto degli uomini perduti”, con alcuni richiami anche a “Quella sporca dozzina” con Lee Marvin.
Il soggetto è classico, ma incisivo quando basta. Buona l’idea dei soldati reclutati dall’esercito per essere “rieducati”, tramutando il periodo di carcerazione in ferma militare. Ci lasceranno tutti la pelle, ma dimostreranno di essere uomini degni di valore, come sottolineano le parole di Zagor: “Forse erano solo avanzi di galera, ma in questa situazione si sono comportati da eroi!”.
         Buone anche alcune figure di comprimari, come il sergente Stone (colui che deve tenere insieme la truppa col proprio carisma e la propria esperienza) e Torkel (con il suo plateale sacrificio finale); Zagor e Cico sono ben tratteggiati nelle loro caratteristiche peculiari, cosa che negli ultimi tempi a Toninelli non sempre riusciva.
In definitiva: non è tra le migliori storie sfornate dallo sceneggiatore senese, ma regge comunque oltre la sufficienza.
“Il sergente di ferro” segna anche l’ultima apparizione sulla serie regolare del disegnatore Francesco Gamba, che d’ora in avanti si occuperà esclusivamente delle avventure della collana Speciale Cico.


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LADRO DI OMBRE

Henry Summers è un giovane pittore di Boston che è venuto nelle terre di Frontiera per dipingere gli indiani, affascinato dalla loro cultura. Zagor lo guida dai Chippewa, che lo soprannominano Ladro di Ombre. È simpatico a tutti e la bella Raggio di Luna è attratta da lui.
Qualcuno, invece, lo odia e vuol farlo eliminare: lo stregone Cervo Che Fugge e il suo complice Scure Rossa riescono a farlo incolpare della morte di Tuono Veloce, ma Zagor riesce a scagionarlo e tutto finisce per il meglio.
Tuttavia, il sakem Lunga Lancia chiede a malincuore a Ladro di Ombre di andarsene, in quanto la tragica morte di Tuono Veloce ha sconvolto tutta la tribù...

Dal maggio 1993 saranno ben poche le storie dello Spirito con la Scure che non saranno sceneggiate dal dinamico duo Burattini/Boselli e ciò coincide con il rilancio vero e proprio della collana ed un vigoroso rinnovamento della stessa che verrà riportata ai fasti del periodo nolittiano. È lo stesso Sergio Bonelli che conia la parola d’ordine di questo periodo: “Per rinnovare Zagor, si torna alle origini!”.
Non a caso, nel maggio 1993 vede la luce sulla collana regolare questa storia scritta da un Mauro Boselli che riesce a caratterizzare i personaggi della vicenda facendoli sentire vivi, soffermandosi molto a descrivere i costumi, le abitudini e la mentalità dei pellerossa.
L’elemento più interessante dell’avventura è il processo di crescita e maturazione interiore di Henry Summers/Ladro di Ombre. Egli, infatti, lungi dal considerare gli indiani alla stregua di selvaggi privi di cultura, addirittura li idealizza, credendoli privi dei difetti tipici dell’uomo bianco. Questo lo porta a sottovalutare i pericoli che le persone malvagie (presenti, naturalmente, anche tra i pellerossa) sono pronte a procurargli pur di sbarazzarsi di lui e perseguire i propri interessi.
Ladro di Ombre scopre, pertanto, una verità dolorosa ma al tempo stesso illuminante: gli uomini rossi non sono animali rozzi e ignoranti come pensano alcuni bianchi, ma non sono nemmeno individui perfetti e “puri” come credeva lui. Entrambi i popoli sono composti da individui che, pur con le evidenti differenze esteriori, amano, odiano, gioiscono e soffrono alla stessa maniera: solo, lo fanno da punti di vista diversi...
          Da ultimo, occorre segnalare che questa avventura vede anche l’esordio del disegnatore romano Mauro Laurenti che fa sfoggio di disegni dinamici e molto ben documentati.

5 commenti:

  1. Bel soggetto quello de "Il sergente di ferro" così come concordo con l' articolo sui personaggi. Ho trovato invece lo sviluppo della trama un po tirato e avrei apprezzato di più un maggior spazio per gli altri soldati. Chissà poi che non ci sia stato qualche rimaneggiamento per questa storia che risultava essere chissà da quanto nel cassetto.
    Con "Ladro di ombre" come scritto siamo decisamente ad una svolta! Esordisce infatti sulla serie regolare Mauro Boselli con una storia decisamente classica, ma in cui allo stesso tempo mette tutto il suo stile moderno. Un bel racconto-western di frontiera con personaggi ben caratterizzati che non annoia. Già il fatto di dare un certo spazio iniziale a delle belle ragazze è un po un punto di svolta della serie. XD Nelle sue prime storie l' autore seguirà i canoni classici della testata.
    Uno dei protagonisti è il paesaggio. L' esordiente Laurenti infatti ci regala una Darkwood proprio bella! Questa e il suo seguito "Alaska" sono secondo me tra le migliori storie di Boselli! A proposito di quest' ultimo, ricordiamo anche l' altrettanto bello speciale "La congiura degli dei", un' altra delle sue migliori storie!
    Ecco la mia ton ten su questo autore:

    1) "Passaggio a nord-ovest";
    2) "Anima nera";
    3) "Il ritorno di Cain";
    4) "Ladro di ombre";
    5) "Alaska";
    6) "La congiura degli dei";
    7) "Il terrore dal mare";
    8) "Huron";
    9) "Vampyr";
    10) "Le sette città di Cibolla".


    Devo rileggere "Il ponte dell' arcobaleno".

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    1. Grazie per la tua personale classifica, Francesco, e per il commento alle due storie! ;-)

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    2. Riletta! Proprio bella e toccante! Ex-aequo con "Le sette città di Cibolla".

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  2. Torno per l' ultima volta sul Toninelli, e poi prometto che la finisco XD, perché non capisco come possano essere nati in giro così tanti luoghi comuni su di lui?!? °_O Cico in molte storie poco presente. Mi vengono in mente solo la valle del diavolo, i giorni del terrore, la maledizione di Tonka dove ha un ruolo comunque abbastanza decisivo, e i due volti della vendetta. Nelle altre lo troviamo quasi sempre al fianco di Zagor, a volte solo come spalla comica, altre volte fa anche il suo come in colpo su colpo, acqua di fuoco, i sette poteri, la vittima designata, le creature delle acque morte...
    poi la presenza dei famigerati mercanti d' armi e di whisky. Tra l' 82 e l' 89, quante volte compaiono su una trentina di storie? 3-4! A leggere in giro sembra che il Toni scrivesse con loro una storia ogni 3x2! La loro presenza aumenta negli ultimi due anni probabilmente per mancanza di idee e di voglia. Purtroppo questo ha portato nella memoria che molte delle sue storie siano su questi personaggi quando non è vero o solo riferito all' ultimo periodo.
    Zagor poco Zagor. Anche se ha sprazzi abbiamo visto un grande spirito con la scure nolittiano come in "Un' impresa disperata", "Colpo su colpo", quando si oppone come fatto notare qui alla visione assurda dell' ufficiale in "Zagor contro Zagor", con i suoi scatti d' ira in "Uno strano fuorilegge", "Acqua di fuoco" e LCDAM... in quest' ultima nella parte finale è a tutta! Ricorda quello di "Seminoles" e "Libertà o morte" nel suo porsi contro tutti. Il modo in cui pone la sua aura sul capo indiano in "Le belve del Black river", la sua pietà verso il nemico inerme ne "I sette poteri", il suo riflettere quando è solo in "La vittima designata", la sfida lanciata al Pequot in "Acqua di fuoco", la sua tostità e visione della frontiera in "Sentieri selvaggi"...
    che poi Toninelli abbia fatto qualche corbelleria come il suo uso nella seconda parte de IPDVD dove vediamo, dopo una bella prima parte, lo Zagor più bolso della serie l' ho detto e ridetto, così come il fatto che in "Testa di morto" concordo che si faccia un po troppo sorprendere. Anche in qualche storia c' è stata qualche botta di testa di troppo come neanche Nolitta. Vedi nella pur bella "Viaggio nella paura". Meno male che negli Index e qui è analizzato il suo periodo prendendo storia per storia in maniera priva di pregiudizi e mettendo in risalto anche i pregi. Così come l' hanno fatto anche altri lettori. In altri casi, indifferentemente se le storie sono piaciute o meno, si va avanti a luoghi comuni e quando leggo cose in contraddizione con quanto ho letto nelle storie rimango basito °_O . Ovviamente non mancano i difetti che ho già riportato in altri commenti: mancanza di costanza dall' 85 al 91. Storie buone con qualche picco ad altre più che discrete ad altre poco riuscite.
    Non faccio fatica ad ammettere che alcune delle storie meno riuscite le ha scritte lui. Vedi "L' invulnerabile", "Agguato all' alba", "La morte nell' aria", "Il vello d'oro" e "La notte del massacro".
    Non oso pensare che avrebbero scritto se avesse sceneggiato anche "La minaccia verde", "Fantasmi", "Thunderman" e "Il profeta"! Non tutti è, ma secondo me alcuni lettori vanno più a simpatia per gli autori che non per le storie in se. Spero di sbagliarmi è!

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