mercoledì 17 giugno 2015

Zagor Collezione Storica a Colori: Evasione! (ZCSC175)




        Il centosettantacinquesimo numero, che troverete in edicola domani, la conclusione dell’avventura di Zagor sulle Green Mountains, nonché la prima parte della storia “La palude dei forzati”.


LA PALUDE DEI FORZATI

Tra gli evasi dal penitenziario di Waterwall, al confine tra Georgia e Florida, c’è un vecchio avversario di Zagor, “Bimbo” Sullivan, più che mai desideroso di vendetta. Ma c’è anche Elias Duff, un ritardato mentale (che sembra avere il dono di parlare con gli animali) condannato per un delitto nella cittadina di Millward che forse non ha commesso. La sorella dello sventurato Duff, scortata dallo Zagor, Cico e dallo sceriffo Graham, porta al direttore del penitenziario, Bryce, un’istanza per un nuovo interrogatorio, ma la fuga di Elias compromette tutto. Intanto, sulle tracce dei fuggitivi, si è gettata una banda di pellirosse guidata da Quanah (cacciatori di uomini al soldo di Bryce, il quale sembra avere un interesse particolare a che Elias non sopravviva alla prigionia e soprattutto non possa colloquiare con la sorella).
Non intendendo abbandonare Elias al suo destino, Zagor nottetempo fugge dal carcere per raggiungere gli evasi e tentare di ricondurli in prigione vivi, sottraendoli ai pellerossa.
Rita e Cico attendono a Waterwall e scoprono che il direttore Bryce è in combutta con una banda di tagliagole capeggiati da Scrawl che si erano già scontrati con Zagor dopo aver importunato Rita. Per cui, mentre Zagor è impegnato ad impedire che i fuggitivi vengano scalpati e a difendersi dal suo vecchio nemico “Bimbo” Sullivan (che trova la morte colpito da una freccia dei cacciatori di evasi), Rita fugge da Waterwall e si avventura nella palude inseguita da Scrawl e la sua banda. Anche Cico, lo sceriffo Graham, il direttore Bryce e un gruppo di sorveglianti si addentrano nella palude alla ricerca di Rita.
Fortunatamente per Zagor, l’inferocito Quanah, impazzito dal dolore da quando - tempo prima - un gruppo di evasi gli aveva trucidato la moglie e i figli, è ossessionato da sogni nei quali Kaita, la moglie morta, lo spinge a salvare “l’uomo che vola con gli uccelli”: cioè Elias, che ha il potere di comunicare con gli animali!
Ecco quindi che tutti i misteri vengono svelati: i veri assassini di Kaita sono il direttore del carcere Bryce ed i sorveglianti, che con quell’eccidio intendevano assicurarsi i servigi di Quanah, mentre il vero assassino di Millward non è altri che lo sceriffo Graham, ricattato per la sua complicità con la banda di Scrawl.
Alla fine i cattivi muoiono tutti mentre l’unico evaso sopravvissuto, Jonathan Joyce, viene lasciato libero da Zagor perché abbia una seconda possibilità. Elias e Rita possono finalmente tornare a casa.



Ottima storia di Burattini, molto lunga e altrettanto complessa – nella sua accezione più positiva –, dal taglio quasi cinematografico, ricca di azione e con risvolti gialli. Le diverse sottotrame del tessuto narrativo, tuttavia, non appesantiscono la vicenda, che rimane fluida ed agile. Emergono evidenti gli omaggi a film quali Papillon e Il miglio verde.
Ottima anche la caratterizzazione dei personaggi: lo sceriffo Graham, il cui volto è un omaggio all’attore John Wayne; il perfido direttore del carcere Bryce; l’eterogeneo gruppo di evasi (tre su tutti: Coffee, Joyce e Mc Nally), che lottano per sopravvivere e che, forse, meriterebbero davvero una seconda chance; l’indiano Quanah, avversario carico di fascino e dalla personalità tormentata, ricolma d’odio e desiderio di vendetta; la giovane Rita, personaggio femminile “moderno”, uno dei punti di forza della storia; ed infine “Bimbo” Sullivan che, nato come nemico minore, è via via diventato sempre più pericoloso nel corso della saga zagoriana e che Burattini, dopo averlo reso ancora più cattivo, lo elimina (del tutto inaspettatamente per il lettore) con una fine degna delle sue nefandezze.
Pur fra tutti questi personaggi, Zagor ha sempre il ruolo del protagonista e viene gestito alla grande dallo sceneggiatore, in un dosato equilibrio tra possente uomo d’azione ed intelligente uomo di “deduzione”. Cico è invece meno comico del solito ma sicuramente più utile all’economia di una cruda e realistica vicenda che non ammette leggerezze o indecisioni.
Sicuramente una delle migliori storie di Moreno Burattini, che qui riesce a toccare livelli di tensione, emotività, morale, dramma ed epica degni delle grandi storie nolittiane.
Molto belle le tavole di Mauro Laurenti, che tratteggia paesaggi palustri claustrofobici e scene d’azione dotate di un dinamismo senza pari. Bellissima la scena in cui il potere di Elias si manifesta e i fenicotteri si alzano in cielo ed attaccano gli indiani.
         

3 commenti:

  1. concordo su tutto. Secondo me la migliore storia di burattini. Ben caratterizzati ed espressi tutti i personaggi. I continui colpi di scena non lasciano respiro. Per caso ho letto dopo questa le tanto osannate uomo col fucile ed abbazia del mistero...ebbene non c'è paragone con questa oggi in edicola ovviamente a mio parere per spessore dei personaggi, per trama e colpi di scena...saluti a tutti giovanni21

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  2. Si, una delle migliori! Avvincente, ma non frenetica e ricca di pathos con personaggi ben caratterizzati. All' epoca non l' apprezzai a dovere perché in attesa spasmodica del nuovo ciclo atlantideo.
    Confesso che mi lasciò basito l' uscita di scena di Bimbo rimanendoci un po male.
    La migliore di Burattini anni duemila tra quelle lette secondo me e una delle sue migliori in generale.

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  3. Ottima storia, probabilmente la più "boselliana" tra le storie di Burattini considerando i tanti personaggi.
    Tuttavia non la ritengo la migliore di Burattini, che per me è - e forse rimarrà sempre - "L'uomo con il fucile". E' tutto molto "telefonato", si capisce subito come stanno le cose, chi ha ucciso la famiglia di Quanah e per quale motivo, eccetera.
    Cmq ho voglia di rileggerla, anche perché non ricordo come mai Rita chiede aiuto proprio a Zagor... non credo ke fosse una amica di infanzia o una ex fidanzata!

    Lorenzo

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